Una voglia incredibile di uscire dal proprio corpo, isolarsi per davvero, soprattutto da sè stessi...voglia di trovare risposte, concretezza nell'affermare che risposte non ce ne sono, passi lenti lungo strade a volte illuminate a volte buie, prospettive diverse a seconda di come le si percorre. Di come le si guardano. Strade uguali ma direzioni diverse, strade diverse con direzioni uguali, in ogni riferimento geografico di questo globo terraqueo. A Nord come a Sud, quando maree di pensieri si innalzano non si può scappare, meglio rimanere fermi ed aspettare di essere travolti. Attimi di difficoltà. Vita, morte, sopravvivenza, suicidio. Poi, il bagnato, il sole, e finalmente asciutti e perfetti. Aspettando, sia chiaro, un altra volta il bagnato.
Telefonini che squillano, chat che si illuminano, gente che se ne va, gente che non se ne potrà mai andare, gente e basta, bene prezioso che illumina le chat e fa squillare i telefonini. Che illumina e fa squillare i cervelli e i pensieri, e le emozioni. Che può tingere tutto di un buio e spaventoso silenzio.
Minuti che scorrono, giorni che scorrono, il cursore del Media Player che scorre, Sting che passa dalla calma alla marea, dalla strofa al ritornello, dall'inizio alla fine. Storie di circoli che non si chiuderanno mai, forse.
La stanza si raffredda mentre lettere bianche su tasti neri si scaldano, alzo gli occhi, guardo fuori cercando la città ancora una volta notturna, trovo me stesso riflesso nel vetro. Cerco la città, trovo me stesso. Trovo me stesso? No. Dietro c'è la città. Qualcuno spara improbabili fuochi d'artificio, si festeggia. Cosa? Gente che parte? Gente che arriva?
Circoli infiniti.
Telefonini che squillano, chat che si illuminano, gente che se ne va, gente che non se ne potrà mai andare, gente e basta, bene prezioso che illumina le chat e fa squillare i telefonini. Che illumina e fa squillare i cervelli e i pensieri, e le emozioni. Che può tingere tutto di un buio e spaventoso silenzio.
Minuti che scorrono, giorni che scorrono, il cursore del Media Player che scorre, Sting che passa dalla calma alla marea, dalla strofa al ritornello, dall'inizio alla fine. Storie di circoli che non si chiuderanno mai, forse.
La stanza si raffredda mentre lettere bianche su tasti neri si scaldano, alzo gli occhi, guardo fuori cercando la città ancora una volta notturna, trovo me stesso riflesso nel vetro. Cerco la città, trovo me stesso. Trovo me stesso? No. Dietro c'è la città. Qualcuno spara improbabili fuochi d'artificio, si festeggia. Cosa? Gente che parte? Gente che arriva?
Circoli infiniti.
9 commenti:
Bello.
...viaggi mentali
Bello, bello...però forse è ora che torni un po' a casa...e smetti di mangiare famiole messicane
;-))
...cos'è fissare con lettere e simboli tutto quello che scorre nel mondo impenetrabile del pensiero? Cosa vuol dire? Una cosa possibile, una maledetta e infinita utopia? Una sfida?
Fratello, stai generando!!! Iniziano a mancarti sul serio le tue montagne!!!nn vedo l'ora che sia gennaio!!! Ti penso e ti leggo sempre!
Ps: sentiamoci su skype, dammi appuntamento quando vuoi, tanto da oggi in poi sarò sempre a casa!!!
Ma tu in quella landa sperduta nel mar baltico che è la lituania e kaunas in particolare, navighi con l'Adsl o, come me, continui ad arrancare con il 56k?
Eh eh leux...già già mi mancano le montagne - ma non solo.
Per me possiamo sentirci anche tra poco, il tempo di salutare gli ultimi che scappano da questo felice posto e sarò on line.
Chiaro che viaggio con ADSL...eh! Questa sarà anche una landa sperduta, ma mai come Scarnafigi......!
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