Scrivo da Siauliai, quarta citta' della Lituania, vicina al confine con la Lettonia.
Sono qua per tre giorni, ospiti di amici, e per la prima volta riesco veramente a raggiungere il mio obiettivo di Estraniamento: tre giorni senza parlare italiano, tre giorni senza essere a contatto con gli altri stranieri, tre giorni da vivere in mezzo ai lituani. Con la cornice della prima neve, 5 centimetri di freddo calore, che rendono ancora piu' suggestivo il tutto.
La faccenda si sta rivelando il piu' interessante del previsto, visto che alla fine vivo del fatto che quello interessante qua sono proprio io, l'Italiano, a rompere la monotonia del quotidiano. Logico.
Ci sarebbero un bel po' di cose da raccontare, ma l'ora e la stanchezza mi guarderebbero male se accennassi a farlo. Cosi', mi soffermo sulla serata che se ne sta andando.
La cena, abbondante, perfetta. Unico neo, l'ora: alle 6 e mezza ho tutto tranne che fame, le abitudini del Baquito se ne sono gia' andate e il mio ritmo latino si trova sballato di due ore. Cionostante, si e' in pista e si balla. Stupendo come nei primi minuti l'incomunicabilita' sia protagonista, con tutti che parlano solo lituano e russo e io che non sono quella gran cima ne' in uno ne' nell'altro. Con buona pace di chi mi ha invitato, che si trova a fare da interprete continuo e si perde il BendiDio. Il vino, la birra e la vodka daranno una mano, e al momento del dolce incredibilmente si parla tutti la stessa lingua, una scena incredibile tra le risate convinte di fronte al mio continuo ripetere le mie 20 parole e il fantasioso inventarne di nuove. Il tutto, ebbene si, condito dalle melodie di Toto Cutugno o di Pupo, selezionate da compilation-spazzatura che tutto il mondo ha per l'occasione.
La cream arriva pero' dopo cena: come in tante altre case lituane, anche questa ha la sua sauna, costruita personalmente dal capofamiglia nel retro della casa, tra pietre e legno, reperti di Armata Rossa e stufe. Una sauna perfetta, piccola ma funzionale, che e' ancora piu' efficace se dalla finestra si da' un'occhiata alla neve del giardino.
Arrivano gli amici, si prepara bene tutto, io non muovo un dito perche' sono troppo impegnato a guardare il personalissimo museo sovietico allestito dal capofamiglia.
Adesso mi ritrovo qua, a ripensare a un sabato sera diverso, passato a 65 gradi costanti, suonando una fisarmonica cromatica sfibrata, tra bevande varie e un sorprendente Arghile', con la compagnia di altre 10 persone. Due di loro, erano ragazzi.
...le immagini domani.
6 commenti:
E chittitocca...!
sei un figho , ci devo andare pure io in erasmus ma quelli di medicina nn li mandano...
perchè non sei su skype e mi avevi detto che ti avrei trovato adesso?
Brutta busa? Sei rimasto nella sauna eh! Ah ti conosco...!
Ciao George Boy, benvenuto. Scusa, ma dove mi hai trovato? Nei meandri del pattume multimediale?
Comunque, piacere!
Pensare che la rappresentanza italiana è affidata a te e a toto cutugno non lascia più di tanto tranquilli....!
AAHA Paul! Grazie!! Finalmente adesso ho un adeguato sfondo per il mio desktop!
Mitico.
Toto Cutugno
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